Vaccini obbligatori, ecco cosa prevede il nuovo decreto

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    Mamma di due splendidi bimbi e moglie a tempo pieno

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    In seguito alle informazioni diffuse dal Ministero della salute, si è nuovamente scatenato il panico tra i genitori. Secondo il nuovo decreto, infatti, saranno 12 i vaccini che diventeranno obbligatori per iscrivere i bambini agli asili nidi o alle altre scuole per l'infanzia. Cerchiamo di capire cosa prevede la normativa.

    Cosa cambia per bambini e genitori

    Nelle ultime settimane quello dei vaccini continua a essere un tema piuttosto dibattuto. In seguito all'approvazione del nuovo decreto (peraltro non ancora reso pubblico) e alle informazioni diffuse dal Ministero della salute, infatti, si fa un gran parlare delle vaccinazioni che diventeranno obbligatorie per l'iscrizione dei bambini agli asili nido e alle scuole materne. Sulla questione e sul decreto Altroconsumo ha espresso la sua posizione.

    Tuttavia i dubbi dei genitori su cosa bisogna fare sono ancora tanti. Facciamo il punto della situazione cercando di dare una risposta pratica alle domande più frequenti.
    Quali sono le vaccinazioni obbligatorie

    Le vaccinazioni che diventano obbligatorie con il prossimo anno scolastico sono in totale 12 e, poiché molti vaccini sono combinati, corrispondono a cinque punture totali. Vediamo quali sono nel dettaglio:

    Vaccino esavalente
    Viene somministrato ai bambini che hanno compiuto il secondo mese di vita, con più dosi e richiami. Le vaccinazioni comprese sono: anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse e anti Haemophilus influenzae tipo B.
    Vaccino trivalente MPR
    Le vaccinazioni contenute in questo vaccino, somministrato a partire dal 13esimo mese di vita, comprendono l'anti-morbillo, l'anti-parotite e l'anti-rosolia.
    Vaccino contro la varicella
    Questa vaccinazione potrà essere somministrata con vaccino monovalente (quindi da sola) o all'interno di una formulazione quadrivalente che l'associa al trivalente MPR.
    Vaccinazioni contro i meningococchi
    Le due vaccinazioni, quella contro i meningococchi di gruppo C e quella contro i meningococchi di gruppo B, sono somministrate ai nuovi nati in tempi e modi diversi. La prima prevede una sola dose al tredicesimo mese; la seconda prevede quattro dosi nell’arco del primo anno di vita.

    Quando entrerà in vigore il decreto?

    Il provvedimento entrerà in vigore tra poco, subito dopo la pubblicazione in gazzetta, ma la verifica delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola scatta dal prossimo anno scolastico. Da questo provvedimento rimangono fuori due vaccinazioni per l'infanzia, quale quella anti-rotavirus e l’anti-pneumococcica: la prima è offerta gratuitamente da quest’anno ai nuovi nati secondo il nuovo piano vaccini 2017, mentre la seconda è offerta a tutti i nuovi nati già dal precedente calendario nazionale risalente al 2012, che l'aveva introdotta. Rimane fuori anche la vaccinazione anti-HPV, offerta gratuitamente a maschi e femmine adolescenti di undici anni compiuti, e la vaccinazione contro i meningococchi ACWY (unica formulazione quadrivalente), offerta agli adolescenti dai dodici anni d'età, gratuitamente su tutto il territorio italiano, sempre secondo quanto disposto da quest’anno dal nuovo piano vaccinazioni. Prima di questo provvedimento le uniche vaccinazioni considerate obbligatorie erano quelle contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B. Tutte le altre venivano considerate solo come raccomandate, cioè per legge facoltative ma caldamente raccomandate per il loro valore sanitario.
    Quali rischi per chi non è in regola

    I bambini non in regola con quanto previsto dal decreto non potranno essere iscritti e frequentare asili nido e le altre scuole dell'infanzia, sia pubbliche che private. Anche le scuole avranno il loro ruolo: entro cinque giorni il dirigente scolastico è infatti tenuto a segnalare il nominativo del bambino all'Azienda sanitaria competente, affinché i genitori adempiano all'obbligo vaccinale. La mancata segnalazione da parte del preside può essere considerata reato di omissione di atti d'ufficio e, quindi, punito secondo quanto previsto dalla legge.
    Se il bambino ha già avuto le patologie indicate

    Se il bambino non è stato vaccinato, ma ha già avuto le patologie indicate, il genitore deve farsi attestare tale circostanza dal pediatra o dal medico curante. Il medico potrà anche disporre le analisi del sangue per accertare che, con la malattia il bimbo abbia sviluppato gli anticorpi.
    L'iscrizione alla scuola dell'obbligo

    L'obbligo di vaccinazione varrà anche alle elementari, alle medie e nei primi due anni delle scuole superiori (fino a 16 anni). In questo caso, però, l’inadempienza non precluderà l'iscrizione, ma potrà comportare sanzioni economiche per i genitori. In caso di violazione, infatti, per i genitori e i tutori è prevista una sanzione amministrativa variabile dai 500 ai 7.500 euro. Al momento dell'iscrizione alla scuola dell'obbligo (a partire dalle elementari) bisognerà presentare il libretto delle vaccinazioni. Qualora il bambino non sia in regola, la scuola deve chiamare la Asl, la quale - a sua volta - chiamerà la famiglia che avrà qualche giorno per mettersi in regola. A quel punto, se non decide di farlo vaccinare, la famiglia verrà sanzionata e, di conseguenza, la stessa procedura si ripeterà ogni anno. Il genitore o l'esercente della potestà genitoriale sul minore che violi l'obbligo di vaccinazione è segnalato dalla Asl al Tribunale dei minori per la sospensione della potestà genitoriale.
    Tutti i bambini devono essere vaccinati per andare a scuola?

    Secondo quanto anticipato dal Ministero della salute, per l'iscrizione potrebbe venire richiesto agli alunni di essere adempienti solo con le vaccinazioni che sono state loro offerte secondo il nuovo piano vaccinazioni.
    I 10 dubbi più comuni e tutte le risposte

    Dietro il calo delle vaccinazioni si nascondono le paure dei genitori, spesso alimentate da notizie che circolano in rete, infondate, quando volutamente false, sui danni derivati dalle vaccinazioni. Proviamo a dare risposta alle 10 domande più frequenti.

    1. I vaccini indeboliscono il sistema immunitario?
    Falso. Anzi, lo aiutano. Le vaccinazioni simulano ciò che accade quando viene contratta una malattia ma in forma decisamente attenuata permettendo al sistema immunitario di sviluppare una difesa contro batteri e virus e, soprattutto, di tenerne memoria, preparando il campo ad un futuro contatto con gli agenti infettivi e scongiurando il rischio di complicazioni che in alcuni casi possono essere letali.

    2. Il mio bimbo non è troppo piccolo?
    Falso. Dai due mesi di vita il bambino è già in grado di affrontare tutti i virus, i batteri e i funghi presenti nell’ambiente. A confronto con questi, i pochi “antigeni” presenti nei vaccini - i frammenti di virus e batteri che suscitano la risposta difensiva dell’organismo - sono ben poca cosa. Procrastinare le vaccinazioni non offre quindi alcun vantaggio in termini di sicurezza, anzi, lascia il bambino scoperto e suscettibile di malattie, anche letali, come per esempio pertosse e tetano.

    3. Non è meglio farsi le malattie invece di vaccinarsi?
    Ritenere che “farsi le malattie” sia meglio, è paradossale: il sistema immunitario sarà sicuramente sottoposto ad una sfida più ardua, ma il bambino sarà anche esposto al rischio di sviluppare una complicazione grave. La vaccinazione invece “allena” in modo più mirato il sistema immunitario permettendo di prevenire le patologie e il rischio di complicazioni.

    4. I vaccini hanno effetti indesiderati?
    Nessun vaccino è sicuro al 100%: essendo farmaci, i vaccini comportano degli effetti indesiderati che però sono lievi, transitori, raramente gravi. Tra l'altro gli effetti indesiderati possono anche non comparire. Vaccinando la popolazione, le malattie scompaiono - anche dalla memoria delle persone - e, di conseguenza, la percezione dei rischi legati alle vaccinazioni, fatte su soggetti sani, diventa molto più grande della percezione dei rischi legati alle malattie che prevengono.

    5. Quali possono essere gli effetti collaterali?
    Gli effetti indesiderati legati alla vaccinazione sono per lo più reazioni locali nella sede dell’iniezione (gonfiore, rossore, dolore), il pianto per il fastidio della puntura e la febbre entro le 72 ore. Gli effetti gravi sono davvero rari: lo shock anafilattico a seguito dell’iniezione è un caso eccezionale. Gli esiti fatali sono scongiurati stando in ambulatorio nei successivi minuti: alcuni di questi effetti rari, come le convulsioni, sono addirittura più frequenti con le malattie che i vaccini prevengono.

    6. Possono causare allergie o malattie gravi?
    Nel tempo, i vaccini sono stati additati come la causa dell’emergere di allergie, asma, autismo, malattie intestinali infiammatorie, epilessia, sclerosi multipla e anche morte in culla e diabete. La ricerca epidemiologica pubblica ha smentito nessi di correlazione tra i vaccini e alcuni componenti - come il noto Thiomersal, un conservante a base di mercurio - per il principio di precauzione non sono più utilizzati nei vaccini pediatrici nonostante non siano mai stati provati danni causati dall’uso.

    7. E' vero che causano autismo?
    Uno dei dubbi più grandi che attanaglia un genitore in procinto di vaccinare il suo bambino è la correlazione tra vaccinazioni e autismo: il legame tra vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia e autismo non è mai stato provato e trova origine in una frode scientifica, svelata qualche anno fa dal Sunday Times. La frode parte da uno studio a firma del medico inglese Andrew Wakefield, pubblicato nel 1998 sulla nota rivista scientifica “The Lancet”. Gli esiti della ricerca, confezionata ad arte, suggerivano un legame tra vaccinazione trivalente, infiammazione intestinale, danno cerebrale e autismo. La ricerca di Wakefield era in realtà una frode deliberata perché il medico era in combutta con l’avvocato Richard Barr, che stava portando avanti per conto di famiglie con bambini autistici una class action milionaria ai danni dei produttori del vaccino, sfruttando appunto gli esiti fasulli della sua ricerca. Non solo: una richiesta di brevetto per un nuovo vaccino contro il morbillo - che si avvantaggiava proprio della caduta in disgrazia del trivalente - portava dritto all’indirizzo di alcuni “soci” del medico. Alla luce di questi fatti, nel 2010 la rivista britannica Lancet, per la prima volta nella sua storia, ha sconfessato lo studio pubblicato sulle sue pagine. Wakefield nel frattempo è finito sotto processo ed è stato radiato dall’ordine dei medici inglese. Nonostante ciò, la paura resta ancora e la disinformazione striscia in rete. Molto è dovuto alla voce per cui l’aumento di casi che si può osservare negli ultimi decenni è da imputare alle vaccinazioni. In realtà, il motivo è da ricercare in una maggiore consapevolezza del disturbo nella popolazione e ad un cambiamento dei criteri diagnostici, ora più inclusivi, che hanno fatto emergere i casi nascosti e quelli più lievi, prima negletti. C’è poi un ultimo aspetto da considerare, cioè la coincidenza temporale. Il fatto che un evento si verifichi a seguito di una vaccinazione è spesso interpretato come prova di un nesso causale. In realtà, sul caso singolo nulla si può dire. Spesso si tratta di una coincidenza, dettata dal fatto che alcune patologie o incidenti (morte in culla ad esempio) si verificano solitamente nello stesso periodo della vita del bambino in cui sono calendarizzate le vaccinazioni. Come appunto l’autismo, che viene riconosciuto e diagnosticato nello stesso periodo delle vaccinazioni dell’infanzia, ma che sembra avere origine durante lo sviluppo cerebrale nella vita fetale, stando alle ultime ricerche.

    8. Non è solo un modo per far guadagnare le case farmaceutiche?
    Le case farmaceutiche hanno un grande conflitto d’interessi, questo è vero: vendono cure, ma per guadagnare hanno bisogno di pazienti e di persone sane preoccupate, a volte a torto. In questo caso, però, preoccuparsi per malattie come morbillo, parotite e rosolia, non è sbagliato. Nella domanda successiva trovi alcune delle complicazioni più frequenti che queste malattie possono portare.

    9. Morbillo, parotite e rosolia sono davvero malattie pericolose?
    Le malattie che sono benigne per la maggior parte dei bimbi, possono, in alcuni casi, esitare in complicazioni, a volte anche letali. Il morbillo può dare polmoniti in un caso su venti ed encefaliti, in un caso su 2000, che possono essere letali o lasciare danni neurologici permanenti. Gli orecchioni - parotite in gergo medico - possono dare encefaliti con frequenza simile (fino una su 3000), meningiti (più frequenti) e danni all’udito, tra cui la perdita completa in un caso su 20.000. La parotite è la principale causa di sordità infantile acquisita. Dopo la pubertà, da un quarto a un terzo dei maschi sviluppa un’orchite, una malattia infiammatoria dei testicoli molto dolorosa, che in rari casi causa sterilità. La rosolia è invece di solito benigna nei bambini. Il pericolo maggiore è quando la si prende in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre: nella gran parte dei casi, causa aborto spontaneo e morte intrauterina, oppure può infettare il feto e dare la cosiddetta “sindrome da rosolia congenita”, che causa difetti della vista o cecità completa, sordità, malformazioni cardiache e ritardo mentale. La frequenza delle complicazioni è per fortuna bassa, nell’ordine dell’uno su duemila o di più, tanto bassa che possiamo anche non accorgercene, a meno di non viverle in prima persona. Ma ci sono e la loro frequenza è di molto superiore a quella degli effetti indesiderati gravi dei vaccini.

    10. Perché dovrei vaccinare il mio bimbo visto che non è obbligatorio?
    L’obbligatorietà non definisce l’importanza delle vaccinazioni, tanto che in alcune regioni italiane, come Veneto e Piemonte, le vaccinazioni sono tutte parimenti raccomandate e di fatto non vengono presi provvedimenti nei confronti dei genitori che non fanno vaccinare i figli. L’obbligatorietà è un concetto ora in discussione, perché una maggiore consapevolezza dell’importanza delle vaccinazioni dovrebbe essere di per sé più che sufficiente a mantenere alte le coperture. Purtroppo i dati di quest’ultimo periodo, che mostrano un calo delle coperture, stanno mettendo a dura prova il concetto dell’abbandonare l’obbligatorietà in favore della semplice raccomandazione.



    Quali sono le nuove vaccinazioni obbligatorie

    Vediamo uno per uno quali sono i vaccini obbligatori previsti dal nuovo decreto:

    La vaccinazione anti-meningococco B
    È una novità, perché è stata introdotta solo da quest'anno nel calendario vaccinale valido a livello nazionale e quindi tutte le regioni dove non era stata introdotta dovranno fornirla gratuitamente. Ma a chi? L’anti-meningococco B sarà offerta attivamente e gratuitamente a tutti i nuovi nati che compiono il secondo mese di vita nel corso del 2017. Al contrario, il calendario non prevede che questa vaccinazione sia offerta gratuitamente a bambini più grandi. Questo vuol dire che, dal prossimo anno scolastico, solo questi bambini dovranno essere adempienti per l’iscrizione al nido. I bambini un po' più grandi, a cui non è stata offerta, no. Men che meno quelli che andranno alla scuola materna, alle elementari o medie.

    La vaccinazione anti-varicella
    È una vaccinazione nuova per il calendario valido a livello nazionale (anche se già molte regioni l'avevano introdotta nel calendario regionale) introdotta con il piano vaccini 2017. Il ciclo completo prevede due vaccinazioni: una a 13 mesi di vita e un’altra dose (una vera e propria ri-vaccinazione) da farsi al quinto/sesto anno d’età. È poi previsto che in adolescenza si recuperino i ragazzi non vaccinati e che non hanno avuto la varicella, offrendogli un ciclo completo di vaccinazione. Stando a questo decreto, quindi, è possibile che ai bambini che compiono il tredicesimo mese nel corso del 2017 (nati quindi nel 2016) venga richiesta la vaccinazione anti-varicella per l’iscrizione al nido. E per gli altri? Qui possiamo fare solo ipotesi. Ai bambini più grandi e agli adolescenti cui non è stata mai offerta la vaccinazione dalle Asl prima d’ora, non potrà essere legittimamente richiesto di essere in regola al momento dell’iscrizione. Bisognerà aspettare che le Asl pianifichino con questi genitori la vaccinazione dei figli nei tempi e nei modi corretti, nei mesi e anni a venire. Solo allora la mancanza della vaccinazione potrà essere ritenuta una legittima trasgressione delle norme del decreto.

    La vaccinazione anti-meningococco C
    È una vaccinazione offerta gratuitamente a livello nazionale già da qualche anno. Era stata introdotta ufficialmente nel piano vaccini nazionale del 2012, da offrire gratuitamente ai bambini nel 13esimo mese di vita, con un’unica dose (in alternativa, le regioni se lo ritengono corretto, possono offrirla ai neonati durante il primo anno di età, in tre dosi). Visto che questa vaccinazione è stata già offerta in passato ai bambini che il prossimo settembre dovranno iscriversi ad asili nido, scuole materne o alle elementari, è possibile che ai genitori venga richiesta la verifica di questa vaccinazione al momento dell’iscrizione. Ma l’anti-meningococco C non era mai stata una vaccinazione obbligatoria, bensì solo raccomandata, quindi facoltativa. La mancata vaccinazione in passato non è assimilabile ad un rifiuto di una vaccinazione obbligatoria. Cosa succederà quindi in questo caso? I genitori dovranno probabilmente mettersi in regola con questa vaccinazione, ma difficilmente potranno ottenerla in forma gratuita se l’hanno rifiutata in passato. Solo i bimbi a cui sarà offerta dalle Asl potranno riceverla gratuitamente. Gli altri dovranno pagarla, di solito a prezzo di costo se fatta nei centri vaccinali delle Asl. Ai bambini più grandi e ai ragazzi cui non è stata mai offerta non potrà essere legittimamente richiesto di essere in regola, a meno che le Asl non pianifichino un piano individuale di vaccinazione con i ragazzi. Solo allora questo potrebbe diventare una infrazione della norma.

    Esavalente e Trivalente MPR
    Ragionamento simile a quello fatto per il meningococco C vale per quelle vaccinazioni offerte da molti anni a tutti i bambini e ragazzi, come le vaccinazioni comprese nell’esavalente e nel trivalente MPR. Queste dovranno quindi essere in regola per l’iscrizione ad asili nido e scuole materne, così come dovranno essere in regola durante la frequentazione della scuola dell’obbligo, cioè fino ai 16 anni, per evitare sanzioni e denunce. Anche in questo caso, resta da capire se le Asl faranno pagare le vaccinazioni mancate o se per facilitare l’adesione alla vaccinazione, prevedranno di somministrarle senza oneri anche ai ritardatari o se invece chiederanno di pagare il prezzo di costo.
     
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