Doudou, da peluche a oggetto transizionale per il bambino

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    Mamma di due splendidi bimbi e moglie a tempo pieno

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    Chi ha un bimbo piccolo sa perfettamente che cos’è un Doudou. Nasce come brand, ma ormai questo nome indicali il peluche che i neonati hanno nella culla fin da subito. Con questo animaletto di pezza si instaura fin da subito un rapporto molto particolare, quasi morboso. All’inizio è un surrogato della mamma, perché dovrebbe tenerlo a contatto con la sua pelle e poi darlo al piccolo che riconoscendone l’odore si sentirà protetto e più calmo.

    In psicologia viene definito oggetto transizionale. Oggi è il Doudou, ma potrebbe essere qualsiasi cosa, come la famosa copertina di Linus. Serve al bambino, anche negli anni successivi, a sentire meno l’angoscia della separazione. Con questi peluche si instaura quindi una vera e propria relazione, il piccolo sviluppa un affetto che è pari a quello che ha verso le persone care.

    Qual è il problema? Si sporca, diventa puzzolente ed è difficile da lavare. Gli psicologi infantili sostengono che non vada lavato, ma da mamma vi assicuro che ci sono situazioni in cui non possiamo assolutamente esimerci dal metterlo in lavatrice: rigurgiti, influenze, perdite dell’amata bestiola lungo la strada, e via così. Quando il bambino se ne staccherà? Ci sarà un momento che il piccolo raggiungerà una maturità emotiva e lo accantonerà spontaneamente. Non toglietelo, anzi assecondate questa relazione, assolutamente positiva.

    Durante gli inserimenti o nei periodi di distacco dalla mamma o dal papà, il peluche è particolarmente importante. Il bambino tollera meglio la lontananza dai genitori e al tempo stesso si sente accudito e protetto.
     
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