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La sterilità nella donna Recuperare la fertilità con la chirurgia © Thinkstock
La sterilità può essere dovuta a diversi fattori, nella maggior parte dei casi irreversibili, come ad esempio la qualità dell'ovulo della donna. E noto che gli ovuli delle donne in età avanzata hanno una capacità di fertilizzazione ridotta.
Se invece il fattore che impedisce il concepimento è legato a un'alterazione anatomica, il problema può essere risolto con un piccolo intervento chirurgico.
Attualmente, in circa il 20% delle donne con problemi di fertilità è necessario un intervento chirurgico a livello della cavità uterina perché si instauri una gravidanza. La diagnosi
Tra i fattori di ostacolo alla fertilità femminile spiccano i polipi endometriali, i miomi sottomucosi o le aderenze note come sindrome di Asherman.
Se il ginecologo sospetta che l'infertilità sia dovuta a un difetto anatomico, consiglierà un'isteroscopia diagnostica.
Questo esame consiste nell'osservare l'interno dell'utero e del canale cervicale mediante l'introduzione di una telecamera endoscopica di 4-5 mm, che permette la visione diretta di eventuali anomalie. Quando è consigliata la chirurgia?
Una volta ottenuta la diagnosi, la chirurgia può essere eseguita mediante isteroscopia chirurgica o con la tecnica della laparoscopia.
L'isteroscopia chirurgica è una tecnica che prevede l'inserimento via transcervicale di un sistema ottico e di un resettore. La cavità uterina viene visualizzata su un monitor.
La chirurgia della riproduzione è conservativa e riparativa. Tra le azioni più comuni vi sono l'asportazione di polipi e miomi sottomucosi, la distruzione dei focolai di endometriosi e così via.
Tuttavia, dobbiamo ricordare che le indicazioni chirurgiche sono a volte controverse, quindi gli interventi devono essere eseguiti da professionisti con un'esperienza ampia e comprovata in chirurgia riproduttiva.
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