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Della sedia gestatoria si ha notizia già nella Bibbia (Genesi) e diversi autori del mondo antico, egiziani, greci, romani, ne parlano. Poi, nel diciottesimo secolo, un medico alla corte di Francia introdusse la posizione supina e tale e tanta fu l’emulazione che questa pratica divenne comune.
Da allora, al momento del parto, la donna venne obbligata a rimanere sdraiata per facilitare il lavoro di chi l’assisteva. Ma la posizione supina con le gambe alzate è scomoda e innaturale ed eventualmente dovrebbe essere chiesta dalla futura mamma.
In realtà, nella maggior parte dei casi, se la donna viene lasciata libera di scegliere si mette in piedi o accovacciata, posizioni che favoriscono l’impegno e la discesa del bebè nel canale del parto.
L’uso della sedia ha il vantaggio di permettere alla donna di usufruire della forza di gravità facendola sentire “sorretta”. Nella fase espulsiva, i piedi a terra consentono inoltre di usare i muscoli addominali con maggiore energia.
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