Bambini mancini e ambidestri: cosa cambia?

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    Mamma di due splendidi bimbi e moglie a tempo pieno

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    E' di questi giorni una news poco rincuorante: forse i bambini ambidestri, ovvero che usano sia la mano sinistra che la destra, hanno maggiori difficoltà nel linguaggio e potrebbero andare incontro con più facilità a problemi mentali.
    Una ricerca pubblicata all’interno dell’autorevole Pediatrics avrebbe dimostrato come i bambini ambidestri vadano incontro a maggiori difficoltà scolastiche rispetto ai bambini mancini oppure destrimani. Non solo. Sembrerebbe anche che abbiano una maggiore possibilità (sempre rispetto ai mancini o destrimani) di soffrire di problemi mentali.
    L'autrice della ricerca Alina Rodriguez, dell'Imperial College di Londra ha dichiarato:
    L'ambidestrismo è una questione 'intrigante' e non sappiamo per quali motivo alcune persone preferiscano adoperare entrambe le mani mentre la maggior parte della gente ne adopera una sola.

    La ricerca ha coinvolto ben 8000 bambini, 87 dei quali utilizzano entrambe le mani ed hanno notato come i bambini di 7-8 anni ambidestri avevano delle difficoltà con il linguaggio; inoltre, gli ambidestri andavano incontro a un'incidenza più elevata di disturbi da deficit di attenzione iperattività (ADHD) (LEGGI) rispetto agli altri.
    Alina Rodriguez ha concluso dicendo:
    Crediamo che ci siano delle differenze nel cervello che possano spiegare queste difficoltà, tuttavia sono necessarie ulteriori ricerche. I nostri risultati non devono essere intesi nel senso che tutti i bambini ambidestro hanno problemi a scuola o sviluppano l'ADHD.

    Secondo un altro studio invece si evince che i mancini hanno maggiore creatività ma anche più insicurezza. Infatti una ricerca scozzese, pubblicata dalla rivista Personality and Individual Differences afferma, che i mancini sarebbero più colpiti dall'ansia rispetto a chi usa la mano destra. Secondo questo studio coloro che utilizzano la mano sinistra tende a vacillare, a mostrare insicurezza, a tenere troppo in considerazione il giudizio altrui.

    Secondo uno studio recente i mancini nel mondo sono circa il 10%, con una prevalenza di uomini. Ma come si riconosce l'essere mancino o destrimane? Non con la scrittura ma con il test dell'applauso.
    Coloro che battono la destra sulla sinistra sono destrimani, quelli che battono la sinistra sulla destra sono mancini. Se una persona batte le mani in modo simmetrico e verticale, allora si può provare a fargli ripetere il test appoggiando le due mani sulle gambe o su di un piano, dicendole di tenere una mano ferma e muovendo l’altra. Da qui si capisce subito quale parte del cervello attiiviamo per prima.

    Quella dei mancini è una storia lunga e travagliata. In passato chi scriveva con la mano sinistra era considerato strano per una serie di pregiudizi. Basti pensare che il termine mancini deriva dal latino mancus, ovvero mutilato, mancante – della mano destra.
    Anche il cristianesimo non è mai stato benevolo con i mancini, perché si diceva che la mano sinistra fosse quella usata dal demonio, così come nel teatro greco i cattivi entravano in scena dalla parte sinistra del palco mentre i musulmani ancora considerano impura la mano sinistra.
    Negli anni ’20 fu affermato da un trattato di psichiatria che il mancinismo fosse sintomo di demenza e successivamente fu associato a deficienze come la dislessia.

    Per fortuna negli ultimi anni i mancini sono stati rivalutati grazie a studi scientifici che hanno spiegato il fenomeno del mancinismo: i due emisferi del cervello hanno specializzazioni diverse e sono associate alle parti opposte del corpo. L’emisfero sinistro, associato a braccia e gamba destra, ha capacità matematiche e logiche mentre l’emisfero destro, associato a braccia e gamba sinistra, è specializzato nelle capacità artistiche e creative, è più rapido nei ragionamenti e nel coordinamento delle informazioni. Questo dipende dal fatto che nei mancini il corpo calloso del cervello da cui dipende lo scambio di informazioni tra i due emisferi, composto da 250 milioni di fibre nervose, è più sviluppato.

    La Stabilo, azienda produttrice di penne, ha condotto tempo fa uno studio su 2.000 bambini tra i 7 e i 10 anni per verificare l’incidenza di mancini sulla popolazione. Dai risultati è emerso che almeno il 10-13% della popolazione britannica è mancina, che il 47% dei mancini ama molto la scuola rispetto al 38% dei destrorsi, che il 63% dei mancini ha un ottimo rapporto con gli insegnanti, contro il 54% dei destrorsi. Ancora, 6 bambini mancini su 10 eccellono nelle classi creative come arte e musica ed il 42% di loro è tra i primi della classe.
    Basti pensare che vari geni in vari ambiti erano/sono mancini: Leonardo da Vinci, Beethoven, Picasso, Einstein e Michelangelo, Napoleone, Maradona, Gullit, Robert De Niro, Bill Gates, Barack Obama e Valentino Rossi.


    Quando si scopre il mancinismo in un bambino?
    Fino ai 12-18 mesi di vita i bambini usano indifferentemente la mano sinistra e quella destra; per questo, fino ad allora, gli esperti consigliano di porgere gli oggetti ai piccoli tra tutte e due le mani per non influenzare la scelta in alcun modo e per lasciarli liberi di seguire il proprio istinto. E’ solo dopo i 18 mesi che ha inizio la progressiva specializzazione di una parte rispetto all’altra. E’ possibile, infatti, che fino all’anno di età il bimbo utilizzi in modo prevalente la mano destra e d’improvviso manifesti la prevalenza della sinistra che userà poi in modo definitivo. Non dimentichiamo, inoltre, che il mancinismo può coinvolgere anche altre parti del corpo, come i piedi, gli occhi e persino le orecchie e, in questo caso, la scelta del lato preferito si manifesterà in circostanze particolari, come ad esempio giocando a pallone o salendo le scale.


    A volte è un problema essere mancini, va corretto il mancinismo?
    Per quel che riguarda la scrittura, il metodo “ufficiale” è stato concepito per i destrimani: un bambino mancino finisce per macchiarsi di inchiostro e per coprire inevitabilmente le parole che sta scrivendo. Ciò può richiedere una maggiore concentrazione al fine di evitare errori e causare pertanto una difficoltà nell’apprendimento delle tecniche di scrittura. Si tratta però, assicurano gli esperti, di un rallentamento temporaneo poiché in breve tempo tutti i mancini imparano a scrivere come i loro compagni destrimani.
    Non esiste alcuna influenza negativa dietro a chi è mancino e non ci sono grandi disagi da dover recuperare. Viene allora spontaneo domandarsi: perché correggere il mancinismo? Ma, soprattutto, è giusto farlo? Ovviamente no.
    Il divieto imposto, infatti, viene spesso interpretato dal bambino come una proibizione a compiere l’atto. La forzatura contro l’istinto naturale è di per sé una violenza di cui il bambino potrebbe risentire anche in modo grave, andando incontro a squilibri emotivi e psicologici, accompagnati spesso da fallimenti scolastici, tic nervosi e balbuzie.




    altre info: http://salute.agi.it/
    www.arpnet.it/mancini/welcomeN.htm Il club dei mancini
     
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    Una scienziata italiana all'estero avrebbe scoperto un gene, chiamato PCSK6, che "decide" se saremo destri o mancini. La scoperta è stata resa nota sulla rivista Plos Genetics e si deve a Silvia Paracchini della University of St.Andrews in Gran Bretagna.

    Come leggiamo sul sito del Tgcom che riporta la notizia, questo gene si attiva precocemente durante la gestazione, ed è segno che l'embrione decide molto presto con che mano scriverà. "PCSK6 è un attore noto e importante nello sviluppo embrionale, infatti attiva un'altra proteina (NODAL) che a sua volta attiva una cascata di geni che stabilisce differenze tra destra/sinistra nell'embrione", spiega Paracchini, piemontese, nel Regno Unito dal 1999. La scienziata italiana e i suoi colleghi sarebbero arrivati alla scoperta di PCSK6 analizzando a tappeto il Dna di oltre 700 individui alla ricerca di geni importanti per decidere tra destra e sinistra.


    "PCSK6 entra in azione nelle prime settimane di sviluppo embrionale - spiega la scienziata-. E' possibile, quindi, che già in questo stadio di sviluppo così precoce si stabilisca una predisposizione all'uso preferenziale di una mano - conclude l'esperta - ma sicuramente PCSK6 non è l'unico elemento determinante"; bisognerà cercare altri geni che lavorano con lui durante lo sviluppo del feto e poi forse anche fattori ambientali influenti.
     
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