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Proteggere la salute dei bambini significa stare molto attenti anche ai capelli. Purtroppo scuola spesso fa rima anche con pidocchi. I piccoli si passano questo fastidioso parassita nel periodo scolastico e diventa il tormento di molti genitori. I più colpiti sono i bambini tra i 3 e gli 11 anni. Per aiutare le famiglie, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) ha realizzato alcune “istruzioni per l’uso” per riconoscere, prevenire e cura in caso di necessità. Al vademecum ha preso parte anche il dottore Angelo Milazzo, pediatra SIPPS-Sicilia. Potrebbero essere arrivati pidocchi quando il vostro bimbo presenterà un fastidioso arrossamento cutaneo, soprattutto in prossimità delle orecchie e sulla nuca, e prurito al cuoio capelluto, specialmente di notte. Se dovesse avvisarvi di avere fastidio, controllate subito. La cosa migliore, tra l’altro, è fare delle ispezioni preventive periodiche. Per verificare mettetevi in un posto ben illuminato e usate un pettine.
I pidocchi non sono simbolo di mancanza di igiene. Vengono attaccati, infatti, i capelli lavati eccessivamente, soprattutto se sottili e chiari. Il pidocchio non “salta” da una testa all’altra e per il contagio sono obbligatori contatti diretti. Non è vero che la pediculosi si previene o si cura con l’uso di shampoo: sono prodotti che hanno poco effetto.
Come si previene? “Bisogna insegnare ai bambini a non scambiarsi indumenti, specie copricapo, sciarpe e maglioni. Nel semplice sospetto, bisogna subito applicare un prodotto specifico, per il tempo necessario e scegliendo le formulazioni adatte: gel, lozioni, mousse termosensibili” elencano gli esperti. In caso di contagio, lavare tutto (lenzuola, vestiti, ecc) a più di 60 gradi, pettini, spazzole e fermagli debbono restare immersi per 1 ora in acqua molto calda e detersivo. Mettete per 2 settimane, chiusi, gli oggetti che non si possono lavare (come alcuni giochi) e seguire un trattamento per i capelli.
Bisogna tagliare i capelli? “Un taglio drastico dei capelli – sostiene il dottor Angelo Milazzo – non solo rischia di creare disagio nel bambino e, soprattutto, nella bambina, ma nella maggior parte dei casi è un rimedio inutile”.
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